Elisabeth era la figlia primogenita di Armgart Catharina von Arnim (4 marzo 1821-17 gennaio 1880) e del diplomatico prussiano Albert von Flemming (14 ottobre 1813-17 marzo 1884). La madre era la penultima figlia di Bettina Brentano e di Achim von Arnim, due fra i più autorevoli rappresentanti del romanticismo tedesco. Il padre discendeva dalla famiglia von Flemming che aveva avuto fra i suoi atenati Jacob Heinrich von Flemming.[1]
Dopo la morte della madre, il padre decise di organizzare un viaggio in Italia per distrarre le figlie dal lutto. A Verona ebbero l'occasione conoscere il fratello di un'amica con cui viaggiavano, Stephan Gans zu Putlitz. Il giovane si era da poco laureato e aveva ottenuto l'abilitazione per insegnare all'Università di Berlino. Al rientro in Germania Elisabeth e Stephan erano fidanzati. Si sposarono il 2 agosto 1881 e l'anno successivo nasce la loro unica figlia Stephanie (13 giugno 1882-1949).[2]
La coppia si era trasferita a vivere a Berlino ma, nonostante l'amore passionale di lui, Elisabeth aveva difficoltà ad adattarsi alla loro vita matrimoniale. Sembra che il marito fosse collerico e geloso. Una sera a casa di amici incontrò Edmund von Heyking con il quale sviluppò subito un'affinità intellettuale e spirituale. I rapporti fra i due rimasero sempre nei limiti delle convenzioni sociale dell'epoca e Elisabeth, a seguito delle numerose scene di gelosia, promise anche al marito di rinunciare a qualunque tipo di rapporto. Lo spirito tormentato dell'uomo lo spinse comunque al suicidio il 14 luglio 1883.[3]
Elisabeth scese in Italia con la figlia e a Venezia fu raggiunta sia da Edmund von Heyking che, successivamente dall'ex suocero. L'uomo convinse la nuora di affidargli la bambina dicendo che la morte del figlio aveva sconvolto la famiglia e la presenza della nipote avrebbe aiutato a risollevare la situazione. La famiglia paterna non volle in seguito più restituire la bambina alla madre, che dovette adire le vie legali e attendere due anni prima di poter riabbracciare la figlia. Nonostante fosse divenuta una vittima della stampa scandalistica dell'epoca, Edmund si sposò con lei nel 1884 a Firenze poco dopo la morte del padre. Questa scelta influì negativamente sulla carriera del nuovo marito che fu inviato in missione lontano dalla Germania.[4]
Nel 1895 la coppia è inviata a New York, l'anno successivo a Valparaíso, nel 1890 a Calcutta, nel 1893 al Cairo, nel 1895 a Pechino e dal 1900 al 1903 in Messico. Durante questi viaggi Elisabeth scrisse dei diari, lesse molto e s'interessò alla cultura locale. I viaggi furono intervallati da brevi periodi di riposo in patria, ma la famiglia rimase sempre unita, viaggiando insieme, non solo con i due figli di Edmund, Alfred (1887-1917) e Günther (17 novembre 1891-1917), ma anche con Stephanie che fu sempre trattata come una figlia dal marito di Elisabeth.[5]
Nei suoi diari Elisabeth manifesta tutta la tristezza del suo soggiorno in Messico. È in questo periodo che scrive il suo capolavoro Briefe, die ihn nicht erreichten e il 27 dicembre 1902 scrive nei suoi diari che il libro è stato accettato e pubblicato. Il libro ebbe un enorme successo e rese Elisabeth von Heyking una donna ricca.[6]
Nel 1907 il marito lasciò il servizio diplomatico e si stabilirono a Baden-Baden. L'anno successivo ereditò da uno zio paterno il castello di Crossen a Crossen an der Elster dove si trasferirono e crearono un centro letterario. Nonostante la soddisfazione che trasse dalla produzione lettararia, gli anni successivi furono estremamente dolorosi. Il 15 luglio 1915 perse l'amatissimo marito e nel 1917 perse entrambi i figli a causa della prima guerra mondiale.[7]
Morì a Berlino il 4 gennaio 1925, all'età di 63 anni. Fu sepolta nella cappella del castello di Crossen.
Pubblicazioni
Briefe, die ihn nicht erreichten (1902)
Der Tag anderer (1905)
Ille mihi. Roman (1912)
Tschun. Eine Geschichte aus dem Vorfrühling Chinas (1914)
Die Orgelpfeifen. Aus dem Lande der Ostseeritter. Zwei Erzählungen (1918)
Liebe, Diplomatie und Holzhäuser. Eine Balkanphantasie von einst (1919)