Elena Maróthy era figlia di Daniel Maróthy, pastore protestante e scrittore, e di sua moglie Karolína nata Hudecová, di cui rimase orfana in tenera età. Era sorella di Ľudovít Maróthy, come il padre pastore protestante e scrittore.
Frequentò le scuole a Ľuboreč, e in seguito nelle sezioni femminili tedesche delle scuole di Lučenec e Poprad. In seguito alle nozze con il commerciante Ľudovít Michal Šoltés si stabilì nel 1875 a Martin, ove si poté dedicare alle attività letterarie, culturali e sociali. Fu un membro della dirigenza del circolo Živena, di cui divenne in seguito vicepresidentessa e poi presidentessa per lunghi anni dal 1894 al 1927. Nel 1910 si impegnò nella fondazione di Lipa, una società per azioni che forniva lavoro alle ricamatrici slovacche tradizionali e provvedeva alla commercializzazione dei loro manufatti. Sotto la guida della Šoltésová Živena gestì alcune scuole familiari e corsi per ragazze. Nonostante i periodi difficili della sua vita, sopravvisse infatti ad entrambi i suoi figli: la figlia morì ottenne, il figlio trentatreenne, riuscì a realizzare una vasta attività editoriale, rivolta soprattutto alle donne. Nella sua eclettica attività fu pioniera in diversi campi, ma soprattutto fu considerata una guida riconosciuta del movimento femminile slovacco.
Un film documentario sulla sua vita Elena Maróthy-Šoltésová fu girato nel 2002 dal regista Fedor Bartko.
Opere
1881 – Na dedine ("Nel villaggio"), racconto, pubblicato sul giornale Slovenské pohľady
1882 – Prípravy na svadbu ("I preparativi alle nozze"), pubblicato sul giornale Slovenské pohľady
1882 – Dozvuky k poslednému valnému zhromaždeniu Živeny ("Conclusioni dell'ultima assemblea generale di Živena")
1923 / 1924 – Moje deti ("I miei bambini"), opera che comprende Umierajúce dieťa e Môj syn, biografia dei figli e in larghi tratti autobiografia, tradotta in varie lingue
1925 – Sedemdesiat rokov života ("Settant'anni di vita"), memorie