La diocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al XII secolo.[1] La diocesi è ancora documentata nel 1259 e attorno al 1270. L'occupazione ottomana della città verso il 1304 pose probabilmente fine all'esistenza della diocesi.[2]
Sono una decina i vescovi conosciuti di questa antica diocesi. Teosebio prese parte al concilio di Efeso del 431.[3] Isidoro non fu presente al concilio di Calcedonia del 451, ma nell'ultima sessione fu rappresentato dal suo metropolita, Stefano di Efeso, il quale firmò gli atti per Isidoro tramite Esperio di Pitane.[4] La scoperta di un'iscrizione, scolpita in occasione della dedicazione di una chiesa, ha restituito il nome del vescovo Nanos, vissuto tra V e VI secolo.[5] Paolo era presente al concilio detto in Trullo nel 692.[6] Ignazio assistette al secondo concilio di Nicea nel 787.[7]
Per il secondo millennio sono noti i vescovi Demetrio, che sottoscrisse nel 1059 un atto del patriarcaCostantino Licude; Giovanni, il cui nome è restituito dal suo sigillo episcopale[8]; Neofito, Costantino e Giovanni II, che presero parte ai sinodi convocati dai metropoliti ad Efeso rispettivamente nel 1167[9], nel 1216[10] e nel 1230.[11] L'ultimo vescovo noto è Nilo, attestato nel 1259.[12]