Il testo fu una creatura dell'allora neoeletto segretario PCPUC Walter Kasper sulla natura della giustificazione per tentare di attutire le controversie che erano state alla base della Riforma protestante. Tuttavia il testo non ha alcuna autorità magisteriale e fu corretto dalla Congregazione per la dottrina della fede (redattore Joseph Ratzinger)[2], in quanto non rientra tra le facoltà della PCPUC dichiarare la non applicazione di misure sancite da organi di autorità magisteriale, quale è un Concilio. Le parti firmatarie infatti avevano riconosciuto che non si applicherebbero le seguenti scomuniche:
del Concilio di Trento, relativamente alla dottrina luterana sulla giustificazione esposta nel testo;
le condanne del Liber Concordiae, relativamente alla dottrina cattolica sulla giustificazione esposta nel testo.
Alcuni cattolici obbiettarono che i firmatari della controparte luterana non potevano rappresentare l'intera Federazione luterana mondiale, non essendo chiese a pieno titolo. Tuttavia, l'ultimo paragrafo dell'allegato al documento congiunto risolve tale questione.[5]
Nel 1986 la Commissione Internazionale Anglicana-Cattolica Romana aveva prodotto un documento dal titolo "La salvezza e la Chiesa" nel quale le due confessioni concordavano sugli aspetti salienti della dottrina della salvezza e sul relativo ruolo della comunità ecclesiale. Sulla base di tale testo, la Risoluzione 16.17 del Consiglio consultivo anglicano, approvata nella Chiesa di Sant'Anna ad Augusta, dichiarò che di accogliere "con favore" e di affermare "la sostanza della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione (JDDJ), sottoscritta dai luterani e dai cattolici romani nel 1999".[12]