Il Data Flow Diagram (abbreviato in DFD) è un tipo di diagramma definito nel 1978 da Tom DeMarco nel testo Structured Analysis and Systems Specification per aiutare nella definizione delle specifiche.
È una notazione grafica molto usata per i sistemi informativi e per la descrizione del flusso di dati in quanto permette di descrivere un sistema per livelli di astrazione decrescenti con una notazione di specifica molto "intuitiva".
Attraverso i Data Flow Diagram si definiscono soprattutto come fluiscono (e vengono elaborate) le informazioni all'interno del sistema, quindi l'oggetto principale è il flusso delle informazioni o, per meglio dire, dei dati. Motivo per il quale diventa fondamentale capire dove sono immagazzinati i dati, da che fonte provengono, su quale fonte arrivano, quali componenti del sistema li elaborano.
Componenti
Le componenti di questo tipo di diagramma sono:
Funzioni, rappresentate da bolle;
Flussi di dati, rappresentati da frecce;
Archivi di dati, rappresentati da scatole aperte;
Agenti esterni o Input/Output di dati, rappresentati da scatole chiuse.
Funzioni
Le funzioni rappresentano unità di elaborazione dei dati:
Trasformano i dati in ingresso in quelli in uscita.
Flusso di dati
Le frecce collegano i diversi componenti di un diagramma tra loro:
Rappresentano i dati gestiti dal sistema;
Gli archivi e gli agenti esterni NON possono essere collegati tra loro.
Archivi
Gli archivi sono dei depositi permanenti di informazione:
Possono essere basati su qualunque tecnologia;
I dati che entrano in un archivio vengono scritti;
I dati che escono dall'archivio sono letti (ma non cancellati).
Agenti esterni
Gli Agenti esterni rappresentano delle entità esterne al sistema:
Non sono soggette ad ulteriore modellazione;
Sono le sorgenti e le destinazioni dei dati del sistema.
Modellazione
Un generico sistema è sempre rappresentabile nel seguente modo:
Se gli ingressi e/o le uscite sono molteplici si introducono nuovi flussi.
Questo tipo di rappresentazione ha un livello di astrazione elevato e individua solo l'interfaccia tra il sistema e il mondo esterno per cui vanno inseriti altri dettagli raffinando le funzioni. Ogni funzione, infatti, è a sua volta specificabile mediante un Data Flow Diagram per cui è possibile ottenere diversi livelli con sempre maggiore definizione.
Criteri di stesura
Nella stesura si ignora l'inizializzazione del sistema, la gestione degli errori e la terminazione, il sistema si immagina come "up & running".
Si ignorano anche le sincronizzazioni ed il flusso di controllo tra processi.
Individuare sempre le entrate e le uscite di un diagramma.
Qualora i dati gestiti fossero particolarmente strutturati, si affianca al Data Flow Diagram un sistema complementare.
Limiti
Questa notazione, quindi, presenta dei limiti consistenti:
Semantica: i simboli non sono sufficientemente chiari e i nomi vengono scelti dall'utente;
Controllo: gli aspetti di controllo non sono definiti dal modello e, quindi, anche la sequenza temporale è poco chiara.
Quindi il Data Flow Diagram è adatto ad una descrizione rapida e intuitiva per cui non è una notazione operazionale proprio perché alcuni aspetti non sono chiariti.
Per questo motivo si parla di notazione semiformale perché la sintassi è precisa, ma la semantica non lo è.
Sono stati progettati diversi metodi per rimediare a queste difficoltà che possono essere classificati nel seguente modo:
Usare una notazione complementare per colmare le lacune del data flow diagram;
Migliorare il modello in modo da completare la versione tradizionale.
Bibliografia
T. DeMarco, Structured Analysis and Systems Specification, Yourdon Press, NY, 1978.
E. Yourdon and L. Constantine, Structural Design. Prentice-Hall, Englewood Cliffs, NJ, 1979.
C. Gane and T. Sarson, Structured Systems Analysis, Prentice-Hall, Sydney, 1979.