Cultura della ceramica grigia dipinta

Culture associate alla migrazione indoariana . L'orizzonte culturale della cultura della ceramica grigia dipinta è evidenziato in azzurro.
Ceramica

La cultura della ceramica grigia dipinta fu una cultura dell'età del ferro sviluppatasi nella pianura del Gange fra il 1200 e il 600 a.C.[1][2][3]. Fu contemporanea e successiva alla cultura della ceramica nera e rossa, e probabilmente corrisponde all'ultima fase della civiltà vedica. Ad essa fece seguito la cultura della ceramica nera lucidata settentrionale.

Lo stile ceramico di questa cultura è differente da quello dell'altopiano iranico e dell'Afghanistan (Bryant 2001). In alcuni siti la ceramica grigia dipinta e quella tardo harappana sono contemporanei[4].

Secondo l'archeologo Jim Shaffer «al momento non ci sono indizi archeologici che permettano di dimostrare una discontinuità fra la cultura della ceramica grigia dipinta e le precedenti culture protostoriche indigene».

Note

  1. ^ Copia archiviata, su pubweb.cc.u-tokai.ac.jp. URL consultato il 6 settembre 2005 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2006).
  2. ^ J. P. Mallory e Douglas Q. Adams, "Encyclopedia of Indo-European culture". URL consultato il 24 gennaio 2016.
  3. ^ Kailash Chand Jain, "Malwa Through the Ages". URL consultato il 24 gennaio 2016.
  4. ^ Jim Shaffer, Reurbanization: The eastern Punjab and beyond. In Urban Form and Meaning in South Asia: The Shaping of Cities from Prehistoric to Precolonial Times, a cura di H. Spodek e D.M. Srinivasan, 1993.

Bibliografia

  • Edwin Bryant, The Quest for the Origins of Vedic Culture, Oxford University Press, 2001, ISBN 0-19-513777-9.
  • D.K. Chakrabarti, The Aryan hypothesis in Indian archaeology, Indian Studies Past and Present, n. 4, 1968, pp. 333-358.
  • Jim Shaffer, J.R. Lukak. The People of South Asia, New York, Plenum, 1984.
  • Kenneth A.R. Kennedy, “Have Aryans been identified in the prehistoric skeletal record from South Asia?”, in George Erdosy (a cura di), The Indo-Aryans of Ancient South Asia, 1995, pp. 49-54.

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