Il 28 settembre 1508 una donna di Avila, chiamata Mencía López, ottenne una bolla da papa Giulio II con la quale veniva autorizzata a fondare un convento.[1]
Il 16 giugno 1510, il vescovo di Avila, Alonso Carrillo di Albornoz, consegnò l'Eremo dei Santi Giusto e Pastore a frate Juan di Siviglia, parroco provinciale dell'Ordine di Sant'Agostino, affinché servisse da chiesa del convento.[2] In precedenza, secondo Juan Martín Carramolino vi sarebbe esistita una moschea.[3] Nel 1510 le religiose acquistarono una casa vicina che trasformarono in cenobio.[1]
Vi venne fondato un laboratorio dove veniva insegnato, alle giovani, il ricamo e le pratiche religiose, mentre erano in attesa di sposarsi. Nel 1514 vi entrò come monaca María di Briceño, che si occupò delle novizie e delle alunne.[1] Nel 1523 il monastero era popolato dalla fondatrice e da altre dodici religiose.[1]
Su richiesta di suo padre, Teresa d'Avila entrò come alunna a luglio del 1531.[4][5] L'influsso di María di Briceño fu molto positivo affinché Teresa apprendesse le orazioni e la vita spirituale, trascorrendo in questo convento diciotto mesi.[1] Nel 1532 Teresa divenne monaca carmelitana nel Convento dell'Incarnazione.
La cappella maggiore, del 1551, fu fatta costruire da Pedro Dávila, capo delle finanze di Carlo V, e da suo figlio. Vi divenne parroco e rettore del convento Tommaso di Villanova, arcivescovo di Valenzia. Fra le religiose del convento vi fu anche Anna, figlia di Giovanni d'Austria, che passò dal convento di Madrigal a quello di Gracia.[3]
Tomás Álvarez, C. Leonardi, A. Riccardi e G. Zarri, Teresa de Jesús, in Diccionario de los santos, vol. 2, Madrid, San Pablo, 2000, p. 2100-2108, ISBN84-285-2259-6.