Il quartiere era un piccolo villaggio di antica origine della Pieve di Zezio, citato negli annessi agli Statuti di Como del 1335 con la denominazione "comune de Civelio".[2]
Si presume che intorno a metà ‘500 ci sia stato un passaggio di una bolla pontificia, perché nel 2022 è stato trovato un piombo dell’epoca raffigurante i Santi Pietro e Paolo con la scritta sul retro Clemens Papa VIII, usato appunto come sigillo. (Collezione privata)[senza fonte]
Il comune risultò inserito nella stessa pieve anche durante il Ducato di Milano.[2] Nel 1751 la denominazione comunale comprendeva anche la dicitura "San Tomaso" con cui era nota la parrocchia del paese.[2] Nello stesso anno, il territorio di Civiglio comprendeva anche i cassinaggi di Visigna e Pienone e non risultava soggetto a infeudazione alcuna. Per ottenere la redenzione, il comune era tuttavia ancora tenuto a un pagamento quindecennale alla Regia Camera del Ducato (tramite il comune di Como).[2]
Dopo l'unità d'Italia, il paese salì da meno di quattrocento a più di cinquecento abitanti. Fu il fascismo a decidere la soppressione del comune unendolo definitivamente a Como.[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Tommaso,[7] costruita sulla base di una chiesa già attestata alla fine del XIII secolo e sede dell'omonima parrocchia almeno dalla fine del Cinquecento, quando la chiesa era annessa a un monastero agostiniano femminile istituito su impulso di un commendatore della basilica di Sant'Abbondio.[8]
Chiesetta di San Nicola da Tolentino,[7][9] citata negli atti della visita pastorale del vescovo Giambattista Mugiasca del 1768 e situata nella località un tempo detta "Campassio".[8] La chiesetta si trova mezzo a un bosco, al termine di una Via Crucis del XIX secolo curata da Antonio Rinaldi.[10]
Chiesetta di Sant'Antonio da Padova in località Scivei,[7] la cui esistenza è già attestata nel 1901[8].