C. gunnari ha un corpo allungato, a forma di fuso, con branchie biancastre e colore argento-bluastro. Ha il muso allungato e una grande bocca munita di piccoli denti.[6] Le pinne dorsali sono nere negli adulti e le seconde pinne caudali e le pinne anali dei maschi adulti hanno margini bianchi caratteristici. Può raggiungere i 66 cm di lunghezza, ma generalmente le sue dimensioni si aggirano sui 35 cm. Il peso massimo registrato è di 2,0 kg.[7] Gli esemplari che vivono intorno alle Kerguelen sono decisamente più piccoli: non superano mai i 45 cm di lunghezza totale.[2]
Biologia
Questa specie ha una durata di vita massima di 15 anni e si nutre di krill (che costituisce più del 95% della dieta nelle aree più meridionali) e mysidi.[3][6] Cattura anche pesci lanterna, almeno nelle acque della Georgia del Sud e delle Kerguelen.[2] È a sua volta predata da uccelli marini, foche e altri nototeni.[8]C. gunnari pratica la migrazione verticale quotidiana e vive in banchi.[6] Raggiunge la maturità sessuale all'età di 3-4 anni,[6] ha una riproduzione sincrona e depone le uova durante l'autunno e l'inverno australi. I maschi sessualmente maturi hanno una pinna dorsale parecchio più alta rispetto alle femmine. Quando è il momento di deporre le uova, questi pesci si spostano verso la costa, dove le femmine depongono da 10000 a 20000 grandi uova che rimangono sul fondo del mare per circa tre mesi prima di schiudersi. La schiusa ha luogo tra agosto e ottobre nella Georgia del Sud e in ottobre intorno alle Kerguelen.[2] Le larve hanno una lunga fase pelagica.[3]
Rapporti con l'uomo
C. gunnari ha carni leggermente oleose, ma dal sapore delicato, di eccellente qualità,[9] ed è una specie di importanza commerciale:[10] nel 2007 ne furono pescate 4364 tonnellate. Viene catturato soprattutto con la pesca a strascico. A causa della pesca eccessiva paraticata in passato (nel solo 1978 ne furono sbarcate più di 168000 tonnellate),[10] l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) classifica questa specie come «impoverita», anche se il Marine Stewardship Council ha certificato la pesca intorno all'isola Heard come sostenibile e ben gestita dal 2006.[11]
Note
^Mackerel icefish, su antarctica.gov.au, Australian Antarctic Division. URL consultato l'8 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2010).
^abcd O. Gon e P. C. Heemstra (a cura di), Fishes of the Southern Ocean, Grahamstown, J. L. B. Smith Institute of Ichthyology, 1990, pp. 385-386.