La cessione fu effettuata per festeggiare i 300 anni dal trattato di Perejaslav, firmato dai cosacchi dell'Etmanato cosacco con il Regno russo, il quale trasformò il primo in vassallo del secondo e legò assieme la storia della Russia e dell'Ucraina.
Nikita Chruščёv, all'epoca segretario generale del PCUS (e quindi leader dell'Unione Sovietica), era nato in Russia nei pressi del confine con l'Ucraina, ma apparteneva etnicamente a questa nazione e vi visse per tutta la giovinezza. Secondo il censimento del 1959, a soli cinque anni dalla cessione, il 71,4% della popolazione della Crimea era russo e il 22,3% ucraino.
Il decreto stampato sulla Pravda del 27 febbraio 1954[1] disponeva:[2]
(RU)
«Протокол № 41 заседания Президиума Верховного Совета РСФСР
5 февраля 1954 г.
Учитывая общность экономики, территориальную близость и тесные хозяйственные и культурные связи между Крымской областью и Украинской ССР, Президиум Верховного Совета РСФСР постановляет:
Передать Крымскую область из состава РСФСР в состав Украинской ССР.
Настоящее постановление внести на утверждение Президиума Верховного Совета СССР.»
(IT)
«Protocollo № 41 della riunione del Presidium del Soviet Supremo della Unione Sovietica
5 febbraio 1954
Data la comunanza dell'economia, la prossimità e gli stretti legami economici e culturali tra l'Oblast' di Crimea e la RSS Ucraina, il Presidium del Soviet Supremo della RSFSR:
[Decide di far] Passare l'Oblast' di Crimea della RSS Russa nella RSS Ucraina.
Il presente decreto è sottoposto all'approvazione da parte del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS.»
(Presidium del Soviet Supremo della RSFSR, 5 febbraio 1954)
«Avvenne nel 1954, un anno dopo la morte di Stalin. Mio nonno cercava di decentralizzare l'URSS, cedere la Crimea all'Ucraina andava in questa direzione. A quel tempo, eravamo un solo popolo: la Crimea rimaneva in ambito sovietico. Pensava anche che le caratteristiche economiche della Crimea, regione agricola e agiata, la legassero all'Ucraina, all'epoca granaio dell'URSS. Aveva un forte legame con questo paese, dove aveva lavorato [come operaio e minatore, n.d.r.]. Voleva ricompensare questa regione, il cui frumento aveva nutrito l'Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale, e scusarsi per l'Holodomor, la grande carestia degli anni Trenta.»
Vladimir Putin, presidente russo che durante la crisi della Crimea del 2014 ha annesso unilateralmente la penisola alla Federazione, ha dichiarato che fu la decisione di Chruščёv a violare la Costituzione sovietica e che la Crimea rimane una parte "inalienabile" della Russia[4]; anche l'ex segretario del PCUS e presidente dell'Unione Sovietica Michail Gorbačëv ha affermato che la decisione di Putin di annettere la Crimea corregge un "errore storico" commesso in violazione della Costituzione sovietica, sottolineando inoltre che "il referendum si è concluso con successo e corrisponde alle aspirazioni degli abitanti della Crimea".[5]
Note
^ Lewis Siegelbaum, 1954: The Gift of Crimea, in SovietHistory.org, Unknown; accessed March 3, 2014 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2014).