Il Tennessee orientale era considerato dal presidenteAbraham Lincoln un obiettivo di primaria importanza. Oltre ad essere un'area ricca di pascoli e coltivazioni di frumento, lì passava il corridoio ferroviario che collegava Chattanooga con la Virginia. Lincoln dunque fece pressioni sui propri generali affinché procedessero rapidamente alla conquista del Tennessee orientale.
Nel marzo 1863 Ambrose Burnside, che era stato sonoramente sconfitto nella battaglia di Fredericksburg del dicembre 1862, venne trasferito sul fronte occidentale della guerra civile e gli venne conferito il comando dell'Armata dell'Ohio. Burnside ricevette ordine di muovere contro Knoxville al più presto. Contemporaneamente al generale maggiore William Starke Rosecrans (comandante dell'Armata del Cumberland) venne ordinato di attaccare le forze sudiste dispiegate, sotto il comando di Bragg, nel Tennessee centrale (vedi Campagna di Tullahoma)[2].
Burnside pensò di avanzare partendo da Cincinnati ma uno dei suoi due corpi d'armata (il IX) venne destinato a rinforzare le forze del generale Ulysses S. Grant nella campagna di Vicksburg. In attesa che il IX corpo d'armata tornasse, Burnside inviò a Knoxville una brigata comandata da William Price Sanders[3]. Sanders riuscì a distruggere le comunicazioni e le linee ferroviarie attorno alla città facilitando l'azione di Burnside contro la città che ebbe luogo a partire da metà agosto.
Conseguenze
La campagna di Knoxville terminò con la battaglia di Bean's Station, poi l'arrivo del gelo invernale rese impraticabile la maggior parte delle vie di comunicazione. L'effetto principale della campagna fu di privare Bragg delle truppe di cui aveva disperatamente bisogno per difendere Chattanooga.
L'operato di Longstreet durante la campagna fu un fallimento. Inoltre, durante l'inverno, le forze sudiste nel Tennessee orientale, impossibilitate a tornare in Virginia, soffrirono il freddo senza adeguate strutture e rifornimenti. Per difendersi dalle accuse di inettitudine, Longstreet cercò di scaricare le colpe sui suoi principali collaboratori: chiese la corte marziale per Evander Law e Jerome Bonaparte Robertson e cercò di sollevare dall'incarico Samuel Cooper[4].
Al contrario Burnside, grazie alla sua brillante conduzione delle operazioni, riuscì a recuperare il proprio prestigio offuscato dalla sconfitta a Fredericksburg[5].
Eicher, David J. The Longest Night: A Military History of the Civil War. New York: Simon & Schuster, 2001. ISBN 0-684-84944-5.
Hartley, William. "Knoxville Campaign." In Encyclopedia of the American Civil War: A Political, Social, and Military History, edited by David S. Heidler and Jeanne T. Heidler. New York: W. W. Norton & Company, 2000. ISBN 0-393-04758-X.
Hess, Earl J. The Knoxville Campaign: Burnside and Longstreet in East Tennessee (University of Tennessee Press; 2012) 440 pages; a standard scholarly history
Korn, Jerry, and the Editors of Time-Life Books. The Fight for Chattanooga: Chickamauga to Missionary Ridge. Alexandria, VA: Time-Life Books, 1985. ISBN 0-8094-4816-5.
Wert, Jeffry D. General James Longstreet: The Confederacy's Most Controversial Soldier: A Biography. New York: Simon & Schuster, 1993. ISBN 0-671-70921-6.
Alexander, Edward P. Fighting for the Confederacy: The Personal Recollections of General Edward Porter Alexander. Edited by Gary W. Gallagher. Chapel Hill: University of North Carolina Press, 1989. ISBN 0-8078-4722-4.
Longstreet, James. From Manassas to Appomattox: Memoirs of the Civil War in America. New York: Da Capo Press, 1992. ISBN 0-306-80464-6. First published in 1896 by J. B. Lippincott and Co.
U.S. War Department, The War of the RebellionArchiviato il 13 settembre 2009 in Internet Archive.: a Compilation of the Official Records of the Union and Confederate Armies. Washington, DC: U.S. Government Printing Office, 1880–1901.
Woodworth, Steven E. Six Armies in Tennessee: The Chickamauga and Chattanooga Campaigns. Lincoln: University of Nebraska Press, 1998. ISBN 0-8032-9813-7.