Icona del cinema muto tedesco, è stata resa celebre nel 1927 dal film Metropolis diretto da Fritz Lang, nel quale interpreta la doppia parte di Maria e della donna robot.[1][2][3] Ha interpretato una decina di film muti e 16 sonori, impersonando quasi sempre personaggi di femme fatale.[1]
Biografia
Brigitte Helm debuttò a 19 anni nel film Metropolis (1927) di Fritz Lang: il regista la notò negli studi della produzione UFA dove la ragazza lavorava come segretaria dopo aver conseguito il diploma.[senza fonte] Nel capolavoro di Lang, Brigitte Helm interpretò il doppio ruolo della candida Maria e della perfida ed erotica donna-robot senz'anima.[1][2][3] Il successo ottenuto con il film di Lang la portò a firmare un contratto con la UFA, che le fece interpretare il film pacifista di Karl GruneAm Rande der Welt, pellicola che verrà in seguito pesantemente modificata dalla casa di produzione, spingendo il regista stesso a prendere le distanze dalla propria opera.[1]
Dopo questi film d'esordio, la casa di produzione tedesca tentò di trasformare la Helm in una star internazionale affidandole ruoli di femme fatale, come nei successivi La nave dei sette peccati (1928), per la regia di Jacob e Luise Fleck, e Che scandalo quella donnina! (1929), diretto da Erich Waschneck.[1] Con il successivo film Alraune, la figlia del male (1930), diretto da Richard Oswald, tornò a rivestire i ruoli della donna generata da un esperimento, che esercita un potere distruttivo ed erotico, in una pellicola dai toni espressionisti, ruolo che riprenderà nel 1932 nella versione sonora del film.[1] Nel 1930 avrebbe dovuto interpretare anche il personaggio di Lola ne L'angelo azzurro di Josef von Sternberg, parte che invece andò a Marlene Dietrich dopo che la Helm decise di non interpretare il film.[senza fonte]
Georg Wilhelm Pabst la volle al suo fianco ne Il giglio nelle tenebre (1927) e nei successivi Crisi (1928), in cui le affidò la parte di una donna sposata inquieta, e quello della misteriosa regina Antinea nel film Atlantide (1932).[1] Mentre nel 1929 aveva lavorato per il francese Marcel L'Herbier nel film Il denaro, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Émile Zola.[1] Nel 1933 incise anche un singolo discografico, pubblicato dalla Odeon in formato 78 giri, intitolato Fidèle/Prenez garde, Messieurs assieme a Eric Harden e la sua Orchestre de Danse.
Con l'avvento del sonoro le sue apparizioni cinematografiche iniziarono a diradarsi. L'attrice lasciò le scene nel 1936, sciolto il contratto con l'UFA, dopo aver interpretato una trentina di film, ultimo dei quali fu Il marito ideale (1935) diretto da Herbert Selpin, adattamento del romanzo omonimo di Oscar Wilde scritto da Thea von Harbou, in aperto dissenso con il regime nazista.[1] La Helm si era infatti sposata con Hugo von Kuenheim, un industriale di origine ebraica, con il quale decise di trasferirsi prima a Monaco di Baviera e poi in Svizzera, dove nacquero i loro 4 figli.[1][3]
Dopo il suo ritiro dalle scene, si concesse solamente in pochissime occasioni in film in cui comparve nel ruolo di sé stessa, rifiutando sempre di rilasciare interviste sulla propria carriera cinematografica e respingendo tutte le proposte che le venivano offerte, compresa quella, che le avrebbe permesso di lavorare a Hollywood, di interpretare il ruolo principale ne La moglie di Frankenstein.[1]
Morì novantenne nel 1996 ad Ascona, in Svizzera, a causa di un collasso cardiocircolatorio.[1][2]