Boemondo trascorse gli anni della giovinezza in Puglia, dove visse con la madre Costanza. Prima che raggiungesse la maggior età, pertanto, Antiochia fu governata da tre reggenti: suo cugino Tancredi (1111-1112), Ruggero di Salerno (1112-1119) e Baldovino II di Gerusalemme (1119-1126).
Nel 1126 o 1127, lasciò i suoi possedimenti pugliesi, che affidò al cugino Ruggero II di Sicilia, dopo aver stipulato con lui un atto di eventuale eredità reciproca. Boemondo, così, alla testa di 22 navi partì alla volta di Antiochia, per assumere il controllo del principato dalle mani del Re di Gerusalemme.
Boemondo fu investito del titolo di Principe d'Antiochia dallo stesso Baldovino e ne sposò la figlia secondogenita Alice. Il nuovo principe, sull'esempio paterno, avviò un'audace politica militare, compiendo scorrerie su Aleppo e occupando Kafartab, dove compì strage della popolazione di religione musulmana. Nel 1129, al seguito di Baldovino II intraprese un attacco contro Damasco, che, però, non ebbe successo. Nel 1130 partì per una nuova spedizione in Cilicia, combattendo tra Mamistra e Anazarbe.
Gli anni successivi alla sua nomina furono caratterizzati, anche, dal conflitto con Joscelin I di Edessa. A febbraio del 1131, l'esercito di Boemondo fu sconfitto da quello dei Danishmendidi e il principe morì in battaglia. La sua testa decapitata fu mandata in dono al califfo.
Dal suo matrimonio con Alice, sopravvisse solo una figlia, Costanza, che Boemnondo aveva nominato come propria erede al trono. La successione, però, fu ostacolata dalla stessa Alice, che, in più di una occasione, tentò di sottrarre il Principato d'Antiochia alla giovane Costanza, senza, però, riuscirvi.
^abIl titolo di Principe di Taranto fu utilizzato per la prima volta solo nel 1132 da Ruggero II di Sicilia. Esso è applicato retroattivamente a Boemondo I, dapprima nel 1153, nel Codice diplomatico barese, come Antiocenus et princeps Tarentinus, e, in seguito, comunemente come princeps Tarentinus.