L'Atto d'indipendenza della Lituania (in lituanoLietuvos Nepriklausomybės Aktas), o Atto del 16 febbraio, è stato firmato dal Consiglio della Lituania il 16 febbraio 1918. L'atto afferma l'indipendenza della Lituania, governata dai principi democratici, designando Vilnius come capitale.
Il percorso della dichiarazione fu lungo e complesso poiché la presenza dell'Impero tedesco aveva aumentato la pressione sul Consiglio, che dovette operare considerando sia i tedeschi, le cui truppe erano presenti in Lituania, che le richieste del popolo.[1]
La dichiarazione non ebbe effetto immediato, dato che i tedeschi avevano vietato la diffusione dell'atto (che tuttavia avvenne illegalmente): solo dopo la cessazione delle influenze teutoniche (basti pensare al Regno di Lituania)[2] e alla sconfitta dell'Impero tedesco nella prima guerra mondiale, poté essere avviato un primo governo lituano. Dopo aver ottenuto una parziale indipendenza, l'esercito lituano, affiancato dalla neonata Repubblica di Weimar, combatté dal 1918 al 1920 contro la Russia e la Polonia, per difendere la propria indipendenza.
I contenuti dell'atto gettarono le basi legali per l'esistenza della Lituania moderna, sia durante il periodo interbellico che dopo il 1990.[3] L'atto ha dettato anche i principi di tutte le carte costituzionali lituane successive, tra cui rientra sicuramente anche l'Atto di Restaurazione dello Stato di Lituania del 1990.[4] La Lituania infatti, nel processo di distaccamento dall'URSS, affermò che il documento di restaurazione dello Stato indipendente, pur se operativo solo nei venti anni di periodo interbellico, conservasse ancora il proprio valore legale.[5]
Oggi, il 16 febbraio rappresenta una festività nazionale in Lituania (Lietuvos valstybės atkūrimo diena, ossia Giorno della Restaurazione dello Stato Lituano).
Il 29 marzo 2017, è stato ritrovato il documento originale presso l'archivio diplomatico di Berlino, in Germania.
Nel 1915, i tedeschi occuparono le aree orientali dell'Impero russo. A seguito della Rivoluzione d'ottobre (1917), la Germania confluì gli sforzi militari nella creazione della Mitteleuropa a guida teutonica: il piano comprendeva una serie di Stati fantoccio che avrebbero dovuto servire come cuscinetto: questo spiega perché fu favorevole alla Conferenza di Vilnius. Si sperava infatti che la proclamazione dello Stato lituano avrebbe reso più freddi i rapporti del Paese baltico nei confronti della Russia, creando maggiori connessioni politiche con la Germania.[1] Ad ogni modo, questa strategia fallì; la conferenza, tenutasi dal 18 al 22 settembre 1917, propendette per la restaurazione della Lituania come Stato sovrano: si sottolineò solo come una qualche connessione maggiore si potesse costituire se i tedeschi avessero formalmente riconosciuto l'esistenza della Lituania come nazione.[8] Il 21 settembre, i 214 partecipanti della conferenza elessero i venti membri del Consiglio della Lituania per mettere nero su bianco quanto si intendesse compiere.[9] Le autorità tedesche non permisero di rendere pubblici gli atti, ma consentirono al Consiglio di procedere e andare avanti.[1] La conferenza di Vilnius decretò anche che in futuro dovesse essere creata un'Assemblea costituente "in conformità con i princìpi democratici riconosciuti da tutti i cittadini della Lituania".[10]
Iter formativo dell'atto finale
Atto dell'11 dicembre
L'Atto dell'11 dicembre fu il secondo passo che i lituani percorsero per redigere il documento finale. La prima bozza, chiesta dal cancelliereGeorg von Hertling, fu preparata dal Ministero tedesco per gli Affari Esteri il primo dicembre.[11] Ulteriori modifiche furono apportate, preparandole insieme il cancelliere tedesco e una delegazione del Consiglio della Lituania. I membri della delegazione erano Antanas Smetona, Steponas Kairys, Vladas Mironas, Jurgis Šaulys, Petras Klimas e Aleksandras Stulginskis.[12] Dopo la discussione tra le parti, fu raggiunto un compromesso sul testo del documento. Il rappresentante tedesco Kurt von Lersner insistette sul fatto che nessuna parola avrebbe dovuto essere modificata e che tutto il Consiglio avrebbe dovuto firmare il testo così come preparato.[13]
Dopo che la delegazione tornò a Vilnius, il Consiglio si riunì l'11 dicembre per discutere dell'Atto. Fu adottato senza che fossero adoperati cambiamenti. 15 persone votarono in favore dell'atto, tre furono i contrari, un astenuto e un assente.[13] Non è del tutto pacifico se ogni membro del Consiglio sottoscrisse il documento.[14] L'Atto fu scritto in lingua tedesca, e, stando a quanto emerge da analisi storiche, non fu preparata nessuna traduzione ufficiale in lituano. Per questo motivo, fonti diverse riportano traduzioni leggermente diverse.[15] L'Atto dell'11 dicembre sanciva l'indipendenza della Lituania, ma chiedeva anche la protezione del governo tedesco (clausola 2) e una "alleanza certa e permanente" con la Germania.[8] Poiché l'atto prevedeva convenzioni che concernevano affari militari, trasporti, confini doganali e valuta da adottare, molti lituani sostennerono che il Consiglio fosse imputabile per eccesso di potere: le conclusioni raggiunte in seno alla Conferenza di Vilnius a settembre sancivano infatti che queste decisioni spettavano all'assemblea costituente.[11]
Atto dell'8 gennaio
Quando iniziarono i negoziati di pace tra russi e tedeschi all'inizio del 1918, la Germania chiese ai rappresentanti lituani di preparare due notifiche dell'indipendenza: una ai sovietici, in cui si affermava che i legami con questi venivano rotti e non si faceva riferimento all'alleanza che si sarebbe dovuta costituire con i tedeschi; l'altra all'Impero tedesco, la quale sostanzialmente riportava i contenuti delineati l'11 dicembre.[13] Il Consiglio decise di emendare già la prima parte dell'Atto l'11 dicembre. Petras Klimas incluse una frase che richiamava la formazione in seguito di un'assemblea costituente.[16] Un altro importante sviluppo riguardò la statuizione dei principi democratici come fondamenta del nuovo Stato, come già deciso nella Conferenza di Vilnius, ma omesso nella bozza dell'11 dicembre.[17] La seconda parte, riferita alla "alleanza certa e permanente con la Germania", fu totalmente ignorata.[16] La versione finale fu approvata l'8 gennaio 1918, giorno in cui il Presidente degli Stati UnitiWoodrow Wilson annunciava i quattordici punti. Nella sostanza, l'atto dell'8 gennaio non differirà molto da quello del 16 febbraio.[18]
Nonostante questo, l'Ober Ost, amministrazione militare tedesca, rifiutò i cambiamenti. Il 26 gennaio, soddisfacendo a quella che era la richiesta precedentemente fatta, furono approvate le due versioni da notificare ai tedeschi e ai russi, ma non inclusero i cambiamenti apportati l'8 gennaio.[19] I testi furono preparati sulla base dell'Atto dell'11 dicembre. Queste concessioni ai tedeschi crearono tensioni in seno al Consiglio.[20] Quattro membri (rispettivamente Mykolas Biržiška, Steponas Kairys, Stanisław Narutowicz e Jonas Vileišis) rassegnarono le dimissioni in segno di protesta.[11] A tale decisione si affiancò pure il presidente Antanas Smetona, sia pur per ragioni diverse perché sostenitore dell'Atto dell'11 dicembre.[17] Jonas Basanavičius, più tardi considerato padre dell'indipendenza, fu eletto presidente.[21]
Atto del 16 febbraio
La Germania non riconobbe la Lituania come Stato indipendente: non fu invitata nessuna delegazione lituana a partecipare alle negoziazioni del trattato di Brest-Litovsk iniziate il 22 dicembre 1917, tra gli Imperi centrali e la Russia e relative all'uscita dalla guerra da parte dei secondi.[20] Durante la prima e ultima riunione congiunta tra Consiglio e autorità tedesche, risultò chiaro come i teutonici volessero che il Consiglio divenisse un organo consultivo.[16] Questa situazione dette ulteriore credito a quella parte del Consiglio che non voleva un'"indipendenza fittizia". La preoccupazione principale a questo punto divenne il rinvitare i membri che avevano lasciato l'organo lituano. A seguito di discussioni, si provvide a revisionare nuovamente le prime versioni dell'Atto, quelle non edulcorate dall'influenza tedesca.[22]
I quattro membri usciti furono riammessi e chiesero di basarsi sulla versione adottata l'8 gennaio, in cui non si faceva alcun riferimento ad un'alleanza con i tedeschi.[13] Dopo accessi dibattiti durati settimane, alle 10 del mattino del 15 febbraio, era pronta la nuova versione dell'Atto. Includeva, oltre a qualche termine lessicale differente, la formulazione già preimpostata l'8 gennaio, oltre alle modalità di promulgazione e pubblicazione, redatte il primo febbraio. Una mancata promulgazione o pubblicazione dell'Atto non lo avrebbero però reso recettizio.[23] Il Concilio, assieme ai membri che ne rientrarono a far parte, decise di riunirsi il giorno successivo per ultimare l'opera. In data 16 febbraio 1918, ore 12:30, tutti i 20 membri del Consiglio si riunirono nella sala del Comitato Lituano per il Sostegno dei Caduti di Guerra, presso via Pilies al numero civico 26 a Vilnius.[16] Il palazzo è da allora noto come Casa dei Firmatari (in lituanosignatarų namai[24]) e ospita abitazioni e un museo. Il Consiglio approvò dapprima la parte iniziale, i primi due paragrafi fino alla parola drauge all'unanimità.[25] La seconda parte, invece, fu dibattuta perché i quattro membri riammessi non erano soddisfatti dell'utilizzo delle parole "in ultimo" nella descrizione dei poteri dell'Assemblea Costituente: (il passaggio era il seguente: "... la fondazione dello Stato lituano e le sue relazioni con gli altri paesi saranno determinate in ultimo dall'Assemblea Costituente...").[25] Essi temevano che quell'espressione avrebbe potuto creare un pretesto da parte del Consiglio per usurpare i poteri dell'Assemblea Costituente: la maggioranza sosteneva invece che con quella dicitura esprimesse semplicemente la natura non negoziabile e non appellabile delle future decisioni dell'Assemblea.[13] Fu per questi motivi che, sebbene l'Atto fosse stato unanimemente approvato da tutti e 20 i membri del Consiglio, non pose fine ai timori nella testa dei quattro dubbiosi.[25]
Subito dopo la firma, l'Atto fu portata in Germania e consegnato ai partiti del Reichstag. Il 18 febbraio, il testo fu ristampato sui giornali tedeschi: giusto per citare alcune testate, si pensi al Das Neue Litauen, al Vossische Zeitung, al Taegliche Rundschau e al Kreuzzeitung.[28] In Lituania, fu preparato un proclama da stampare sui giornali, soprattutto per il Lietuvos aidas, giornale creato dal membro del Consiglio Antanas Smetona: le autorità tedesche ne impedirono la pubblicazione. Nonostante gran parte delle copie fu confiscata, l'editore del giornale Petras Klimas riuscì a nasconderne una sessantina.[16]
Il 3 marzo 1918, la Germania e la nuova Russiabolscevica siglarono il trattato di Brest-Litovsk. In esso si dichiarava che la Russia rinunciava a qualsiasi interesse geopolitico sui Paesi baltici a favore dei tedeschi. Il 23 marzo, la Germania riconobbe l'indipendenza della Lituania sulla base della dichiarazione dell'11 dicembre.[1] Nella sostanza, non operò nessun cambiamento in merito ai poteri del Consiglio: qualsiasi tentativo di porre in essere una pubblica amministrazione fu stroncato.[29] Questa situazione cambiò con la Rivoluzione di novembre iniziata in Germania dopo la sconfitta riportata al termine del 1918: era evidente come la Germania non fosse più nella posizione di dettare condizioni, risultato evidenziato anche dalla fallita instaurazione di un Regno filo-tedesco. Il Consiglio di Lituania adottò la prima costituzione provvisoria il 2 novembre. Le funzioni governative furono temporaneamente ricoperte da tre membri, con il successivo invito ad Augustinas Voldemaras a formare il primo gabinetto di Ministri.[30] Il riconoscimento giuridico dello Stato avvenne nel corso dei mesi e anni immediatamente successivi: gli Stati Uniti, ad esempio riconobbero la sovranità il 22 luglio 1922.[31]
L'Atto
Furono firmate due copie dell'Atto: l'originale e una copia. Il primo fu lasciato in custodia a Jonas Basanavičius. Questo non fu mai pubblicato o adoperato in testi scritti; della sua esistenza si parla solo per la prima volta in un articolo del 1933.[32] Il duplicato fu adoperato per quando fosse necessario e fu conservato nell’archivio presidenziale fino al 15 giugno 1940, giorno in cui la Lituania ricevette l’ultimatum da parte dell’Unione Sovietica e perse la sua indipendenza.[32] Dopo questa data, non si hanno più notizie sul documento. Sia l’originale che il duplicato sono scomparsi per decenni; storici e avventurieri si misero alla ricerca del documento. Nel 2006, un gruppo di ingegneri perquisì le mura della casa natale di Petras Vileišis.[33] Due facsimiles della copia sono stati stampati nel 1928 e nel 1933. Il primo è una riproduzione fedele dell’Atto originale. Contiene errori ortografici e la carta è visibilmente rovinata, mentre quello del 1933 fornisce una “visione” migliore dell’Atto.[32]
Nel 2017, l’imprenditore Darius Mockus offrì un milione di euro di ricompensa a chiunque avesse trovato il documentato originale e l’avesse consegnato allo Stato lituano. L’offerta sarebbe stata valida fino al 16 febbraio 2018, data del centenario dalla dichiarazione d’indipendenza della Lituania.[34] Il 29 marzo 2017, il professore Liudas Mažylis dell’Università Vitolo il Grande annunciò di aver trovato il documento originale nel Ministero degli affari esteri a Berlino, in Germania, scritto a mano in lingua lituana e firmato dai 20.[35] Annunciò anche di aver trovato la versione in lingua tedesca risalente al 16 febbraio 1918 e l’Atto dell’11 dicembre 1917. Quest’ultimo mostra 19 firme (manca quella di Pranas Dovydaitis).[36][37] La Germania confermò l’autenticità dei documenti il giorno seguente e questi furono mostrati pubblicamente dal politico tedesco Michael Roth e dall'ambasciatore lituano in Germania Deividas Matulionis.[38][39] Il 5 ottobre 2017, il Ministro degli Affari Esteri lituano Linas Linkevičius e quello tedesco Sigmar Gabriel firmarono un accordo per cui l'Atto d'Indipendenza originale sarebbe stato mostrato per cinque anni nella Casa dei firmatari dove fu originariamente redatto, rendendolo l'attrazione principale durante le celebrazioni di Stato del centenario dall'indipendenza della Lituania.[40] Il 22 dicembre 2017, esperti del Centro di Ricerca Forense della Polizia Lituana, dopo una travagliata operazione di analisi, annunciò che l'atto fosse stato scritto dalla mano da uno dei firmatari.[41][42]
Il 22 dicembre 2017, fu trovata anche un'altra versione dell'Atto d'indipendenza dallo storico Darius Antanavičius negli Archivi Segreti Vaticani: tale ricerca fu incarica direttamente dalla Santa Sede. Questa versione fu stampata in tedesco e firmata da Antanas Smetona, Jonas Vileišis, Jurgis Šaulys e Justinas Staugaitis.[43][44]
Aleksandras Stulginskis e Petras Klimas furono inviati in prigione in Siberia dalle autorità russe, ma sopravvissero e fecero ritorno in patria;[49]Pranas Dovydaitis e Vladas Mironas, inviati anch'essi in Siberia, morirono lì.[50][51] Kazys Bizauskas scomparve durante l’estate del 1941, mentre veniva trasportato in una prigione sovietica a Minsk; si presume che fosse stato ferito in seguito ad una sparatoria assieme ad altri prigionieri.[52] Donatas Malinauskas fu deportato in Russia nel 14 giugno 1941.[53][54]
L'Atto del 16 febbraio proclamò la restaurazione (atstatyti) dello Stato lituano, rendendolo dunque il "successore" dell'entità storica lituana nota come Granducato di Lituania.[58] A tale riguardo, il Consiglio si discostò dalla decisione presa dalla Conferenza di Vilnius che parlava di "istituzione" (sudaryti) dello Stato lituano.[25] Comunque sia, era evidente come la nazione che sarebbe nata dopo la dichiarazione avrebbe avuto confini molto diversi dal vecchio ducato (anche quello del 1200): sarebbe stata costituita solo dalle terre popolate da lituani (tranne la contea di Vilnius a maggioranza polacca) e sorretta da principi democratici.[25] Quest'ultimo aspetto di certo strideva con la multietnicità del Granducato e dalla posizione super influente dell'aristocrazia. L'intenzione di rompere i legami con altri Stati, si rivolgeva soprattutto alla Russia, alla Germania e alla Polonia, tutte intenzionate in varie epoche storiche a prendere possesso di questa terra.[8][58] Anche se l'Atto non ne parlava esplicitamente, risulta facilmente deducibile come tramontava qualsiasi desiderio (semmai vi fosse stato da parte dei baltici) di ricostituire una Confederazione polacco-lituana.[16]
L'Atto del 16 febbraio 1918 ha gettato, come detto, ha gettato le basi locali per quello adottato nel 1990, sebbene l'indipendenza lituana prima della fine del XX secolo durò una ventina d'anni.[25][59][60] Un paragrafo dell'Atto di Restaurazione dello Stato di Lituania, reso pubblico l'11 marzo 1990, statuisce:[59]
«L'Atto d'indipendenza del 16 febbraio 1918 del Consiglio di Lituania e il decreto dell'Assemblea Costituente (Seimas) del 15 maggio 1920 che hanno ristabilito lo Stato democratico, non hanno mai perso il loro valore giuridico e costituiscono l'elemento fondante dello Stato della Lituania.»
Questa formula sottolinea il legame tra i due testi. L’Atto del 16 febbraio 1918 e il suo successore, quello dell’11 marzo 1990, sono considerati come due dei più importanti baluardi nella storia lituana del XX secolo.[61]
Il 16 febbraio in Lituania è festa nazionale.[62] In questo giorno, vengono compiute varie cerimonie in giro per il Paese. Nella commemorazione del 2014, sono stati lasciate delle corone di fiori sulle tombe dei firmatari presso il cimitero Rasos (il più antico della capitale), conferito loro il Premio Nazionale Lituano, sollevate le tre bandiere dei Paesi baltici (della Lituania, Lettonia e dell'Estonia) a piazza Daukantas, dedicati concerti presso la piazza della Cattedrale e nella sala della Società Filarmonica Nazionale,oltre ad illuminare 16 fuochi presso il viale Gediminas.[63]
Nel 1992, è stato creato un premio in onore di Jonas Basanavičius, leader del Consiglio di Lituania quando l'Atto fu sottoscritto. Il Premio Jonas Basanavičius è stato conferito nell'ultimo lustro a studiosi che si sono distinti nello studio degli aspetti culturali ed etnici nazionali.[64]
La Lituania del XX secolo
Un riepilogo delle varie evoluzioni politiche dello Stato lituano nel XX secolo:[65]
^abc(EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Capitolo 1: La restaurazione dello Stato" in Edvardas Tuskenis, La Lituania nelle Politiche Europee: Gli anni della Prima Repubblica, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, pp. 24–31.
^(LT) Juozas Skirius, "Lietuvos nepriklausomybės akto paskelbimas". Gimtoji istorija. Nuo 7 iki 12 klasės, 2002, Vilnius: Elektroninės leidybos namai, ISBN 9986-9216-9-4.
^ab(EN) Albertas Gerutis, "Independent Lithuania" in Albertas Gerutis Lithuania: 700 Years. tradotto in inglese da Algirdas Budreckis (sesta edizione), 1984 New York: Manyland Books, ISBN 0-87141-028-1, pp. 151–162.
^(LT) Adolfas Nezabitauskas, Jonas Basanavičius, Vilnius, Vaga, 1990, p. 6, ISBN5-415-00640-0.
^(EN) Alfonsas Eidintas; Vytautas Žalys; Alfred Erich Senn, "Chapter 1: Restoration of the State" in Edvardas Tuskenis, Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940 (edizione paperback), New York: St. Martin's Press, 1999, ISBN 0-312-22458-3, p. 30.
^abcdef(LT) Mindaugas Maksimaitis, Lietuvos valstybės konstitucijų istorija (XX a. pirmoji pusė), Vilnius, Justitia, 2005, pp. 36-44, ISBN9955-616-09-1.
^(LT) Nutarimas, su viduramziu.istorija.net, Medieval Lithuania, 2005. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 24 gennaio 2013).
^Resolution, su viduramziu.istorija.net, Medieval Lithuania, 2005. URL consultato il 15 luglio 2019 (archiviato il 13 novembre 2007).
^ Albertas Gerutis, Independent Lithuania, in Albertas Gerutis (a cura di), Lithuania: 700 Years, translated by Algirdas Budreckis, 6th, New York, Manyland Books, 1984, pp. 151–162, ISBN0-87141-028-1.
^ Alfonsas Eidintas, Vytautas Žalys e Alfred Erich Senn, Chapter 1: Restoration of the State, in Edvardas Tuskenis (a cura di), Lithuania in European Politics: The Years of the First Republic, 1918–1940, Paperback, New York, St. Martin's Press, settembre 1999, pp. 24-31, ISBN0-312-22458-3.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Vileišis, Jonas, in Encyclopedia Lituanica, VI, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 124–125.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Banaitis, Saliamonas, in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 282.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Basanavičius, Jonas, in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 307–310.
^(LT) Sigitas Jegelavičius, Vasario 16-osios Akto signatarai, in Universitas Vilnensis, n. 17, Università di Vilnius, febbraio 2002, ISSN 1822-1513 (WC · ACNP) (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2007).
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Klimas, Petras, in Encyclopedia Lituanica, III, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 142–143.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Dovydaitis, Pranas, in Encyclopedia Lituanica, II, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 101–103.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Mironas, Vladas, in Encyclopedia Lituanica, III, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 545–546.
^ab Simas Sužiedėlis (a cura di), Bizauskas, Kazimieras, in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 372–373.
^ab Simas Sužiedėlis (a cura di), Malinauskas, Donatas, in Encyclopedia Lituanica, III, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 459–460.
^Donatas Malinauskas (1869–1942), su lnm.lt, Museo Nazionale di Lituania. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2011).
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Smetona, Antanas, in Encyclopedia Lituanica, V, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 231–235.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Biržiška, Mykolas, in Encyclopedia Lituanica, I, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 364–365.
^ Simas Sužiedėlis (a cura di), Steponas Kairys, in Encyclopedia Lituanica, III, Boston, Massachusetts, Juozas Kapočius, 1970–1978, pp. 17–19.
Віртуальність — властивість атрибутів чогось без спільного використання його (реальної чи уявної) фізичної форми. Віртуальність також може стосуватися таких аспектів: Технологія Virtuality (гра) — сімейство аркадних машин віртуальної реальності. Віртуальність (проєк...
Lambang Jawa TimurDetailDigunakan sejak19661974 (dengan motto)PerisaiPer fess Biru dan Emas, gunung berapi Hitam mengepulkan asap Putih, di mukanya Tugu Pahlawan di antara pintu gerbang candi, di kemuncak ada bintang Emas memancarkan sinar, dan di bawahnya gelombang warna biru dan putih.PenopangPadi 17 butir dan kapas 8 kuntum bunga, warna alam.KompartemenPita putih dengan nama provinsi jawa timur diapit dua roda gerigi Hijau dan di bawah rantai Emas.Mottojer basuki mawa béya tulisan hitam d...
هذه المقالة يتيمة إذ تصل إليها مقالات أخرى قليلة جدًا. فضلًا، ساعد بإضافة وصلة إليها في مقالات متعلقة بها. (يونيو 2019) تشين روبرتس معلومات شخصية الميلاد 27 مارس 1988 (العمر 35 سنة)بلانت سيتي الطول 6 قدم 0 بوصة (1.83 م) مركز اللعب مدافع الجنسية الولايات المتحدة مسيرة الش...
Franz Xaver von Wulfen Franz Xaver von Wulfen Nascimento 5 de novembro de 1728Belgrado Morte 16 de março de 1805Klagenfurt Cidadania Sacro Império Romano-Germânico Ocupação botânico, físico, matemático, zoólogo, micologista, mineralogista Empregador(a) Theresian Military Academy Título barão Religião catolicismo Assinatura [edite no Wikidata] Franz Xaver von Wulfen (Belgrado, 5 de novembro de 1728 – Klagenfurt, 16 de março de 1805) foi um padre jesuíta, botânico, físico,...
Pour les articles homonymes, voir 5e régiment. 5e régiment de dragons Insigne régimentaire du 5e régiment de dragons. Création 1668 Pays France Branche Armée de terre Type Régiment de dragons Rôle Interarmes à dominante cavalerie Fait partie de 7e brigade blindée de la 1re division Garnison Mailly-le-Camp Ancienne dénomination Régiment Colonel-Général des Dragons Devise Victoria Pinget (« Seule la Victoire l'ennoblit ») Inscriptionssur l’emblème Val...
Romanian politician (1892–1957) This article needs additional citations for verification. Please help improve this article by adding citations to reliable sources. Unsourced material may be challenged and removed.Find sources: Grigore Gafencu – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (September 2020) (Learn how and when to remove this template message) Grigore GafencuMinister of Foreign Affairs of RomaniaIn officeFebruary 1, 1939 – Jul...
Cet article est une ébauche concernant une localité indienne. Vous pouvez partager vos connaissances en l’améliorant (comment ?) selon les recommandations des projets correspondants. Kangra Administration Pays Inde État ou territoire Himachal Pradesh District Kangra Fuseau horaire IST (UTC+05:30) Démographie Population 9 154 hab. (2001) Géographie Coordonnées 32° 06′ 00″ nord, 76° 16′ 12″ est Localisation Géolocalisation sur la ...
Lithuanian writer, teacher The house where Marija Pečkauskaitė lived in Židikai from 1915 to 1930 Chapel-grave of Šatrijos Ragana Memorial museum of Šatrijos Ragana in Židikai Šatrijos Ragana (Witch of Šatrija) was the pen name of Marija Pečkauskaitė (Polish: Maria Pieczkowska; March 8, 1877 – July 24, 1930), a Lithuanian humanist and romantic writer and educator.[1] Her most successful works are Sename dvare (In the Old Estate, 1922) and Irkos tragedija (Tragedy of Irka)....
Loire-Atlantique (44) Informasi Region: Pays-de-la-Loire Prefektur: Nantes Subprefektur: AncenisChâteaubriantSaint-Nazaire Penduduk - Jumlah (1999) - Kepadatan 1 134 266 logxantoj166 jiwa/km² Area 6 815 km² Arondisemen4 Kanton 59 Komune 221 PresidenDewan Jenderal Patrick Mareschal Lokasi Loire-Atlantique (bahasa Breton Liger-Atlantel) adalah departemen di Prancis (nomor urut 44) di barat laut Prancis dekat perbatasan Samudra Atlantik dan muara Sungai Loire. Me...
The following is a timeline of the history of the city of Bangui, Central African Republic. This is a dynamic list and may never be able to satisfy particular standards for completeness. You can help by adding missing items with reliable sources. 19th century Part of a series on the History of theCentral African Republic Early history Kanem Empire c. 700–1380 Trans-Saharan slave trade c. 1500–1600 Sultanate of Bagirmi 1522–1897 Wadai Empire 1635–1909 Colonial period French...
South Korean fencer This biography of a living person needs additional citations for verification. Please help by adding reliable sources. Contentious material about living persons that is unsourced or poorly sourced must be removed immediately from the article and its talk page, especially if potentially libelous.Find sources: Jeon Hee-sook – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (July 2011) (Learn how and when to remove this template message) I...
Fault in Highland, Scotland, UK Moine Thrust belt defining the western edge of the Moine Supergroup outcrop The Glencoul Thrust, part of the Moine Thrust Belt, dipping downwards from left to right, where Precambrian Lewisian gneiss has been pushed along the thrust fault and now lies above younger well-bedded Cambrian quartzite, which itself lies unconformably above Lewisian gneiss The Moine Thrust Belt or Moine Thrust Zone is a linear tectonic feature in the Scottish Highlands which runs from...
North American labor union International Alliance of Theatrical Stage EmployeesInternational Alliance of Theatrical Stage Employees, Moving Picture Technicians, Artists and Allied Crafts of the United States, Its Territories and CanadaAbbreviationIATSEFormationJuly 17, 1893; 130 years ago (1893-07-17)[1]TypeLabor unionHeadquartersNew York City, New York, USLocationUnited StatesCanadaMembership (2023) 168,000PresidentMatthew LoebSecretary-TreasurerJames B. WoodAffilia...
النُّعمان بن حُميضة البارِقي معلومات شخصية الميلاد 105 ق هـ - 520 تقريبًابارق، شبه الجزيرة العربية الوفاة 23 ق هـ - 600مبارق، شبه الجزيرة العربية الأولاد حميضة بن النعمان عائلة حميضة الأكبر الحياة العملية المهنة فارس، حكيم تعديل مصدري - تعديل النُّعمان بن حُميضة البارِقي (نح...
United States historic placeEverglades LaundryU.S. National Register of Historic Places The building in 2019Show map of FloridaShow map of the United StatesLocationEverglades City, FloridaCoordinates25°51′24″N 81°23′8″W / 25.85667°N 81.38556°W / 25.85667; -81.38556NRHP reference No.01001012Added to NRHPSeptember 22, 2001 The Everglades Laundry is a historic site at 105 West Broadway in Everglades City, Florida. On September 22, 2001, the site was ...
Calendarium Octobris ← Sep October Nov → Hebdomas Lun Mar Mer Iov Ven Sat Sol hebd. 40 30 1 2 3 4 5 6 hebd. 41 7 8 9 10 11 12 13 hebd. 42 14 15 16 17 18 19 20 hebd. 43 21 22 23 24 25 26 27 hebd. 44 28 29 30 31 1 2 3 hebd. 45 4 5 6 7 8 9 10 (ISO 8601) (ordo dierum 2024) Index dierum 17 Octobris est dies 290ª anni (291ª in annis bisextilibus) in Calendario Gregoriano. 75 dies manent. Secundum Calendarium Romanum est ante diem decimum sextum Kalendas Novembres, quod a.d. XVI Kal. ...
Escudo de Millonarios Fútbol Club. Inicios A principios de 1938 un grupo de estudiantes del Colegio Mayor de San Bartolomé ubicado en el Centro Histórico de Bogotá, decidieron formar un equipo de fútbol, con el objetivo de enfrentarse a los equipos de otros sectores de la ciudad. Los primeros partidos del equipo se jugaron en los terrenos de la finca La Merced del Colegio en ese entonces, donde hoy queda el Colegio San Bartolomé la Merced, y el barrio La Merced. Algunos jóvenes deseaba...
Архитектура Балашихи своими самыми ранними сохранившимися памятниками восходит к XVIII веку. К ним относятся православные храмы с некрополями и усадебные комплексы, находящиеся в настоящее время на территории города Балашиха, а также его городского округа (Московская об...
راى ليوينجتون معلومات شخصيه الميلاد 7 سبتمبر 1956 (68 سنة)[1] بورتسموث مركز اللعب لاعب وسط (كوره قدم) الجنسيه المملكه المتحده الحياة العمليه الفرق شيفيلد يونايتد (1985–1986)نادي ويمبلدون (1979–1980)نادى تشيلسى (1975–1979)نادى فولهام (1980–1985)نادى فولهام (1986–1990)ايه اف ...