Araneola (... – ...; fl. V secolo) è stata una nobildonna romana, conoscente del poeta Sidonio Apollinare.
Il suo nome richiama le Metamorfosi ovidiane dove si racconta di "aracne": «Nella schiera delle vergini addette all'opera della tessitura spicca Araneola, che supera nell'arte la stessa Minerva...» [1]
«L’idionimo Araneola, mai attestato altrove (mentre come nome comune ricorre in Cicerone, nat. deor. 2.123 in araneolis aliae… aliae…), è ovviamente diminutivo di aranea, con spiccata funzione ipocoristico-affettiva, che avrà voluto compendiare in emblema la quintessenza delle virtù femminili : un nome insomma, « ragnetto », [2]
Figlia di Magno (console nel 460) e bis-nipote di Agricola (console nel 421), fu probabilmente lontana discendente di Ninfidio Sabino[3]; era sorella di Magno Felice (Prefetto del pretorio delle Gallie) e di Probo.
Negli anni 460 sposò Polemio, poi prefetto del pretorio delle Gallie; in occasione del loro matrimonio, Sidonio Apollinare compose un'opera, l'Epithalamii dicti Polemio et Araneolae.
Note
Bibliografia