Amico prese parte ad una rivolta contro il Guiscardo, sostenuta anche dal Papa e dalla Repubblica Veneta che non vedevano con favore le conquiste di Roberto il Guiscardo nel basso Adriatico. Sedata la rivolta, al conte Amico vennero confiscati i feudi (anche la contea Giovinazzo-Terlizzi); ma nell'ottobre del 1080 il conte Amico riuscì a riottenere la contea terlizzese, potendo così lasciare in eredità ai figli una parte dei feudi riottenuti.
Discendenti
Due figli di Amico, Pietro e Gualtiero, furono tra i 12 cavalieri normanni che a Melfi nel 1042 effettuarono la spartizione dei feudi[1]. Pietro ricevette la baronia di Trani.