Aftermath è l'album di debutto da solista della cantante statunitense Amy Lee, cantante degli Evanescence, creato in collaborazione con il violoncellista e compositore Dave Eggar. L'album, pubblicato il 25 agosto 2014[1][2], contiene tracce tratte e ispirate dal film War Story, diretto da Mark Jackson.
Concepimento e registrazioni
Nel dicembre 2013 venne per la prima volta rivelato da Amy, su Twitter, che lei e Dave Eggar stavano creando la colonna sonora di un film indipendente, diretto da Mark Jackson, intitolato War Story[3]:
«Sorprenderà i fan. Non è ciò che vi aspettate; il film è molto oscuro, molto introspettivo. Non ci sono neppure così tanti dialoghi, il che è magnifico, perché ciò secondo me lo rende ancora più bello, una triste base su cui incidere della musica. Ci sono molti miscugli di suoni, un sacco di suoni inquietanti. Ho suonato molto con la tastiera e lo stesso vale per il Taurus Pedal[4]. Ci sono molti bordoni molto bassi[5][6].»
La pubblicazione dell'album venne tuttavia annunciata diversi mesi dopo. Nel frattempo, infatti, Amy aveva intentato una causa legale contro la propria casa discografia di lunga data (la Wind-up Records), accusandola di aver quasi mandato in rovina la band e di non aver pagato al gruppo circa 1.5 milioni di dollari di royalty e di aver tentato di "ordire un sabotaggio" verso gli Evanescence rimpiazzando i vecchi promoter "con un branco di idioti che ha finito col sabotare il gruppo con idee scadenti"[7][8]. Fu solo il 14 marzo 2014 che Amy dichiarò qualcosa al riguardo, definendosi finalmente un'artista libera e indipendente, senza rivelare però troppi dettagli al riguardo, in quanto sotto "accordo di non divulgazione", l'unico vincolo che ancora, in qualche modo, la lega alla vecchia casa discografica[9]. La sua indipendenza come artista era stata resa possibile anche grazie al fatto che il nuovo contratto firmato con il gruppo Bicycle/Concord non prevedeva vincoli per nuovi eventuali lavori discografici[9], incluso Aftermath, che venne pubblicato il 25 agosto 2014.
«Nonostante il film riguardi molto il fatto di essere paralizzati dal dolore, per quanto mi riguarda questa musica ha a che fare con la libertà. Ho creduto in me stessa, noi abbiamo avuto fiducia l'uno nell'altro. Abbiamo aperto i nostri cuori ed esplorato sentieri che personalmente non avevo percorso prima - e ho trovato una nuova ispirazione in cose che mai mi sarei aspettata che mi piacessero.[10]»
Tale libertà conquistata ha portato Amy ad accantonare a tempo indeterminato il progetto Evanescence, per poter seguire la propria strada, sperimentare e lasciarsi alle spalle l'etichetta di "cantante rock o goth", non più totalmente corrispondente alla sua persona:
«Ho amato il mio tempo con gli Evanescence, non vorrei semplicemente gettarmeli alle spalle, ma, nel futuro immediato, non ho pianificato di fare nulla con la band. È molto importante per me prendere un po' di tempo per mostrare alcuni differenti lati di me stessa. [...] Ho sempre voluto comporre una colonna sonora, è difficile trovare la giusta opportunità quando si ha questo bagaglio di personaggio già noto. Non fraintendetemi, non mi sto lamentando e non posso far altro che vederlo come qualcosa di positivo, ma quando qualcuno vuole usarmi, pensa a me più come ad una cantante rock o goth, ma io faccio molto più che cantare! È difficile andare a chiedere "pretendo di meno, non voglio essere al centro dell'attenzione, lasciatemi mostrare cosa so fare come programmatore, produttore e arrangiatore".[9]»
Tematiche
Push the Buttom è una canzone elettronica scritta, programmata e mixata interamente da Amy, caratterizzata da uno stile molto diverso da tutto ciò che Amy è solita comporre: "L'essere responsabile del prodotto finale è stata una nuova sfida per me. Mi sono detta 'Eccola qua, l'ho mixata io'"[11]. La composizione è stata appositamente scritta per una scena di sesso nel film[12]:
«Il regista stava cercando di girare questa scena d'amore, e non riusciva a venirne a capo. Disse di aver quasi la tentazione di mettere in sottofondo una canzone pop da quattro soldi ed ho risposto, "non rendiamola trash, facciamo qualcosa di figo, che calzi bene, lasciami provare a farla come si deve". Così ci siamo recati lì e siamo andati a tempo con l'atto sessuale. Ottenuto quel ritmo, abbiamo incominciato a divertirci veramente perché per me era una base da cui partire totalmente differente e inconsueta; ho dovuto trovare il coraggio. È stata una bella esperienza, veramente, anche perché mi trovavo in una zona di sicurezza. Se non avesse funzionato o non mi fosse piaciuta o fosse risultata stupida, avrei potuto semplicemente cestinarla e non mostrarla a nessuno. Ma ho finito con l'amarla molte volte; amo esplorare e provare nuove cose. Quindi il fatto che fosse diversa era lo stesso motivo per cui la amassi.[12]»
Dark Water è stata descritta da Amy come "una combinazione di strumenti sintetizzati e organici, una fusione Dark Pop con influenze del medio oriente"[13]. La traccia vede la partecipazione dell'artista marocchina, naturalizzata statunitense, Malika Zarra, che ha prestato la sua voce cantando in arabo una poesia scritta da Amy Lee[14]. La canzone è stata premiata agli Independent Music Awards nella categoria World Beat Song[15][16].
«Non sono io a cantare in arabo. Stavano sempre a chiedere "abbiamo bisogno di una canzone con un po' di world-music," ma infine non è stata usata nel film. […] Sono rimasta insieme a questa ragazza che non aveva idea di chi io fossi, e le dissi qualcosa come "Ho scritto dei versi in inglese e so che parli arabo, puoi usarli come base, seguili e cambiare l'ordine, usa lo scat per quanto tempo vuoi, devi semplicemente cantarli." Così lei ci ha provato, aveva una bella voce e ha cantato qualcosa come 20 minuti. Lo abbiamo fatto due volte e l'ho diretta in alcune parti, per avere più materiale, dopo di che l'ho portata a casa e l'ho lasciata vivere nel mio studio di registrazione. Non l'ho più vista, ma appena ho ascoltato la sua voce registrata, ho sentito alcuni momenti veramente fantastici, così li ho tagliatati e li ho messi sulla traccia. È stato come raccogliere ciliegie. Probabilmente [il testo] non ha senso, potrebbe essere uscita qualcosa alla Sigur Rós[17]. Ma lavorare con un'artista in quei panni è stato veramente, veramente incredibile.[14]»
Can't Stop What's Coming è stata descritta da Dave Eggar come una "traccia stile Björk veramente fantastica con un collage selvaggio di violoncelli, chitarre e vocalizzi impressionanti"[18].
Lockdown è la traccia che è stato possibile sentire per la prima volta nel trailer di "War Story", nonché una della tracce più rappresentative del film. La canzone è stata conclusa qualche mese dopo l'apparizione del film al festival, ed è stata aggiunta in una delle scene più drammatiche del film[19]. La traccia è stata poi estratta nel settembre del 2014 come singolo promozionale dell'album.
«Amo Lockdown perché ha una grande libertà, non si attacca eccessivamente alla struttura strofa, ritornello, strofa, ritornello. Penso che il ritornello abbia un effettivo scostamento dal resto della canzone. Con sorpresa, prende una piega inaspettata e amo quando ciò avviene. Adoro ascoltarla perché si possono cogliere un po' due canzoni in una.[12]»
After è la traccia di chiusura dell'album, descritta da Dave Eggar "un collage di violoncelli" composto per la fine del film War Story[18].
George Garner di Kerrang! ha elogiato l'impegno della cantante per essersi allontanata dalla musica pesante che contraddistingue gli Evanescence. Ha descritto l'album come un "contenitore fatto tutto di piano minimale e misteriosi archi", e che questa è finora la miglior rappresentazione della voce e del talento di Amy Lee[20].
Jonathon Barlow di DEAD PRESS! ha elogiato la performance della cantante definendola "impressionante e creativa", aggiungendo inoltre che pur intraprendendo una diversa direzione da ciò che gli Evanescence sono soliti percorrere, l'album conserva e porta a livelli più alti le atmosfere cupe per cui la band è conosciuta[21].
Tracce
Le tracce 1, 7 e 9 sono interpretate da Amy Lee. La traccia 4 è interpretata da Malika Zarra (voce principale) e Amy Lee (vocalizzi). Le restanti tracce sono strumentali.
Testi di Amy Lee.
^Il Moog Taurus Pedal è un sintetizzatore analogico a pedali ideato e prodotto dalla Moog Music. Dal '74 a oggi ne sono stati prodotte diverse versioni.
^In musica il bordone (drone in inglese) è un effetto armonico o monofonico di accompagnamento in cui una nota o un accordo sono suonati in modo continuo per buona parte o per l'intera composizione, sostenuti o ripetuti, e spesso determinano la tonalità della composizione stessa.
^Si riferisce probabilmente alla lingua utilizzata in numerose canzoni dei Sigur Rós, il cosiddetto "hopelandic" (in islandese vonlenska, dal nome dell'album), un linguaggio inventato esente da messaggi, che Jónsi, cantante del gruppo, è solito utilizzare ritenendo la voce come un ulteriore strumento musicale.
^Exclusive Interview with Dave Eggar, su evshadow.com.br, aprile 2014. URL consultato il 29 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^ab George Garner, Amy Lee - Aftermath, in Kerrang!, n. 1534, 13 settembre 2014. URL consultato il 15 settembre 2014.
^abREVIEW: Amy Lee - Aftermath, su DEAD PRESS!. URL consultato il 7 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2014).
^Amy Lee - Aftermath, su ultratop.be, Ultratop.be (Fiandre). URL consultato il 4 settembre 2014.
^Amy Lee - Aftermath, su ultratop.be, Ultratop.be (Vallonia). URL consultato il 4 settembre 2014.