La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento album discografici è stata messa in dubbio.
Motivo: Giudizi soggettivi e frasi ad effetto (l'ultima). Da controllare anche le pagine degli altri album.
Per contribuire, correggi i toni enfatici o di parte e partecipa alla discussione. Non rimuovere questo avviso finché la disputa non è risolta. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Il nuovo cambio di rotta, scelto da Giuni Russo quanto a genere musicale e tipo di brani interpretati, rende questo album molto importante nella carriera della cantante, anche se non venne premiato da vendite eccezionali.
Quando Giuni decise di dedicarsi ad un repertorio d'autore, con brani di alta qualità, e non più "canzonette estive", trovò serie difficoltà a proporsi presso le varie case discografiche; soltanto l'amico Franco Battiato credette in lei, permettendole di pubblicare questo album, attraverso la sua etichetta discografica "L'Ottava".
Un album rimasto nel limbo della discografia italiana nonostante rappresenti il primo esempio in assoluto della cosiddetta "musica di confine": un cocktail di musica da camera, blues, jazz e musica lirica.
La Russo interpreta in modo originale note arie e romanze di Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi, efficacemente rielaborate dal direttore d'orchestra Alessandro Nidi.
Questo nuovo repertorio conferma la naturale vocazione dell'interprete a voler guardare avanti, ad essere considerata all'avanguardia.
«(...)Il fatto è che, dopo Energie, - quello era l'album giusto per la partenza, rappresentava la mia vena più autentica - abbiamo fatto Un'estate al mare. Questo brano e quello che è venuto di seguito mi hanno portato "fuori strada" e non sono più riuscita a rientrare in carreggiata. (...) Io volevo crescere, andare avanti. Allora ho pensato un po' a me stessa, mi sono dedicata alle arie da camera (...), ho cambiato strada. (...) In quel disco c'erano influenze jazz, musica classica e anche blues (io ci casco vocalmente, a volte, perché l'ho sempre amato). Quello era il primo disco in Italia, che io sappia, di musica di confine.»
Resosi ben presto irreperibile sul mercato dopo la sua prima uscita nel 1988, l'album è stato poi ripubblicato postumo in due diverse edizioni a cura di Maria Antonietta Sisini.
La prima è contenuta nel cofanetto intitolato Giuni Russo Mediterranea Tour (2005) e all'ascolto presenta alcune lievi differenze con la versione originale. I brani del CD sono in un nuovo missaggio, realizzato da Alberto Boi, che cambia il bilanciamento degli strumenti e reintegra alcune sezioni tagliate dall'album originale. In particolare presentano un minutaggio maggiore i brani: A mezzanotte, La zingara e Nell'orror di notte oscura.