Šeptyc'kyj (in ucrainoШептицький?), è una città mineraria dell'oblast' di Leopoli, nell'Ucraina occidentale. Nel 1951-2024 la città si chiamava Chervonohrad (Червоноград). Fino al 1951 portava il nome ucraino di Kristinopil' (in ucrainoКристинопіль?, in russoКристинополь?, Kristinopol'), derivati dal polacco Krystynopol'.
Nella regione viene chiamata anche "Krasnohrad", che tradotto letteralmente dal russo significa "città rossa"[senza fonte].
Fino al 18 luglio 2020 Červonohrad costituiva una città di rilevanza regionale e apparteneva al Comune di Červonohrad. Come parte della riforma amministrativa dell'Ucraina, che ridusse a sette il numero di distretti dell'oblast' di Leopoli, la città fu integrata nel distretto di Červonohrad [3][4]
Geografia fisica
Territorio
Si trova a 62 Km a nord di Leopoli, 7 Km da Sokal' e 28 Km a nord-est di Voroniv. È attraversata dal fiume Bug, che proprio a sud della città riceve come affluente il fiume Solokija.
Clima
Il clima è del tipo moderato continentale. Piove spesso durante tutto l'anno. La temperatura media di gennaio è di -4,1 °C, quella di giugno 18,1 °C. La precipitazione media annua è di 610 mm di pioggia.
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Amministrazione
Červonohrad fa parte della municipalità di Červonohrad, (in ucrainoЧервоноградська міська рада?, assieme alle città di Sosnivka (in ucrainoСоснівка?, in russoСосновка?, Sosnovka) e Hirnyk (in ucrainoГірник?, in russoГорняк?, Gornjak).
Negli anni cinquanta la città raggiunge i 12.000 abitanti, quasi tutti impegnati nelle miniere di carbone. Dal 2001, a causa della chiusura di alcune miniere, alcuni abitanti sono emigrati, per lo più in Russia o in Polonia.
Nel maggio 1685 l'etmanoFeliks Kazimierz Potocki, voivoda di Cracovia, acquistò un terreno sulle rive del fiume Bug, dove già esisteva il piccolo villaggio di Novyï Dvir ("Nuovo Giardino"). Qui, nel 1692 fonda una città che intitolò a sua moglie Krystyna Lubomirski (1661-1699). Nel 1760 la città fu visitata anche da Giacomo Casanova[8].
Potocki sviluppò Krystonopil' come possedimento di famiglia. Dopo la sua morte, avvenuta il 22 settembre 1702, la sua opera fu continuata dal nipote Franz Salezy Potocki che terminò la costruzione del palazzo Potocki e fondò nel 1763 il monastero dei basiliani.
Dal 1951 la città si sviluppò come bacino minerario di carbone. Oltre alle miniere esistono anche una fonderia, alcune segherie, una latteria, calzaturifici e sartorie.